Museo Galileo

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Coordinate: 43°46′3.92″N 11°15′21.44″E / 43.7677556°N 11.2559556°E / 43.7677556; 11.2559556

Museo Galileo
Immagine del Museo Galileo
La facciata con l'ingresso del museo
Tipologia museo scientifico
Data di fondazione
Fondatori
Indirizzo Piazza dei Giudici 1 - 50122 Firenze
Sito Sito ufficiale
Questa voce riguarda la zona di:
Galleria degli Uffizi
Voci principali

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Il Museo Galileo (ex Museo di Storia della Scienza) di Firenze si trova in piazza dei Giudici, appena dietro il piazzale degli Uffizi, nel Palazzo Castellani, un severo edificio medievale a tre piani. Conserva una delle raccolte scientifiche più importanti a livello nazionale e internazionale.

L'8 giugno 2010, dopo una chiusura di due anni per lavori di ristrutturazione, il Museo della Storia della Scienza ha riaperto al pubblico con il nuovo nome di "Museo Galileo". L’inaugurazione coincide con il 400º anniversario del Sidereus Nuncius, l'opera pubblicata nel marzo 1610 con la quale Galileo Galilei divulgò le sensazionali novità mostrategli dal cannocchiale.

Indice

[modifica] Palazzo Castellani

Il Palazzo sorge sul sito dell'antichissimo Castello d'Altafronte, risalente alla fine dell'XI secolo, che era la fortezza che proteggeva il porto fluviale sull'Arno e faceva parte della cerchia antica delle mura di Firenze.

Il nome deriva dalla famiglia Altafronte che lo possedette fino al 1180, quando venne ceduto alla potente famiglia ghibellina degli Uberti. In seguito, danneggiato dall'alluvione del 1333 e ormai profondamente alterato, passò ai Castellani, che vi edificarono il palazzo attuale. Dal 1574 al 1841 ospitò i Giudici di Ruota, ai quali appartengono le insegne murate vicino all'ingresso del palazzo: per questo viene anche talvolta indicato come Palazzo dei Giudici, da non confondere con il Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai in via del Proconsolo. Il nome giudici di ruota deriva dal fatto che erano scelti a rotazione tra i laureati in legge ed essi sbrigavano le cause civili.

Il palazzo fu oggetto di un pesante restauro nella prima metà dell'Ottocento e per un certo periodo ospitò la collezione di manoscritti della Biblioteca Nazionale, fino agli anni '20 del Novecento.

Tra le prestigiose istituzioni che hanno avuto sede nel palazzo non si possono dimenticare l'Accademia della Crusca e la Deputazione di Storia Patria per la Toscana.

Dal 1930 il demanio pubblico, al quale appartiene il palazzo, lo ha concesso all'Istituto e Museo di Storia della Scienza, che occupa oggi l'intero Palazzo. Nel 1839 fu restaurato dall'architetto Francesco Leoni.

In occasione di alcuni lavori di restauro tra il 2002 e il 2003 sono stati riportati alla luce nel seminterrato quattro poderosi archi di fondazione in pietra del Castello d'Altafronte risalenti all'alto medioevo.

Interessante è la loggetta all'ultimo piano che guarda sull'Arno, oggi tamponata da vetrate.

[modifica] Il Museo di storia della scienza

Il museo fu inaugurato nel 1930 e raccoglie preziosi strumenti scientifici in parte provenienti dalle collezioni mediecee, un tempo esposte al museo della Specola attiguamente a Palazzo Pitti, in parte dalle collezioni dell'Arcispedale di Santa Maria Nuova, in parte da altre fonti tramite acquisti e donazioni.

La sfera armillare

Se infatti il ramo dei Medici di Lorenzo il Magnifico e Cosimo il Vecchio aveva una grande predilezione per il mecenatismo artistico, il ramo dei Granduchi, salito al potere con Cosimo I nel 1537, protesse e stimolò le scienze.

Gli oggetti e le strumentazioni esposte coprono un arco di tempo dal Rinascimento all'Ottocento, ed anche se inizialmente l'esposizione era una pura esposizione di cimeli (come i famosi cannocchiali di Galileo), dopo il riordino in seguito all'alluvione (1966) ed il rinnovamento del 1991, oggi ha assunto la fisionomia di vero istituto scientifico di ricerca per studiosi italiani e stranieri, arricchito anche da un'importante biblioteca.

L'esposizione si articola secondo criteri tematici su venti sale. Oltre ai già citati cannocchiali appartenuto all'illustre scienziato pisano Galileo Galilei, il museo conserva anche il termoscopio, il compasso geometrico militare, il piano inclinato ed un primitivo "microscopio", tutti usati dall'inventore del metodo scientifico nei suoi molteplici esperimenti.

Fondamentali sono anche gli strumenti della fiorentina Accademia del Cimento, fondata nel 1657, con strumentazioni per esperimenti sulla termodinamica, sul vuoto, sul suono e sulla compressibilità dei liquidi.

Una della sale più grandi contiene una collezione di antichi mappamondo e sfere celesti, con una grandiosa sfera armillare in legno intagliato e dorato utilizzata per complessi calcoli astronomici, realizzata da Antonio Santucci tra il 1588 e il 1593.

Il museo è ricco anche di molti altri strumenti provenienti da vari paesi e varie epoche, compresa una serie di divertissement scientifici della corte granducale, come le macchine creatrici di illusioni ottiche, giochi di lenti e anche un singolare apparecchio che svelava la purezza dei diamanti, purtroppo però distruggendoli perché agiva sul carbonio, del quale sono composti, provocando una irreparabile combustione.

[modifica] Pubblicazioni

Il Museo Galileo ha deciso anche di curare la pubblicazione, come editore, di opere scientifiche ritenute di particolare attenzione.[1]

[modifica] Altri musei scientifici a Firenze

[modifica] Note

  1. ^ Nel 2010 ha pubblicato la nuova edizione di Antonio Saltini Storia delle scienze agrarie - vol I in coedizione con la Fondazione Nuova Terra Antica ISBN 978-88-96459-09-6


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