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"Mio figlio, un genio in sedia a rotelle"

di Valentina Sciacca
foto di Davide Anastasi

Parla Lucia Colletta, madre di Fulvio Frisone, "tetraparetico spastico-distonico" eppure uno dei ricercatori più quotati d'Italia nel campo della fisica nucleare. La battaglia in tv da Costanzo perché gli siano riconosciuti tutti i diritti, compreso quello di avere una vita sessuale



Mente d'oro in un involucro "sbagliato", un corpo fedifrago che l'ha costretto in una sedie a rotelle, Fulvio Frisone, diagnosticato come "tetraparetico spastico-distonico" è uno dei ricercatori più quotati d'Italia nel campo della Fisica nucleare. Il grave handicap, per chi lo conosce, sembra un fardello cucitogli per caso addosso, una grottesca maschera, che lo rende diverso, eppure "straordinariamente" diverso. «A – SFI- SSI –A- PRE- NA- TA- LE» - racconta la madre Lucia Colletta, scandendo per bene e spalancando occhi e bocca. «Deve essere successo un cataclisma in quegli attimi nel cervello del mio bambino. Un terremoto. Il suo cervelletto ha sbattuto nel mio coccige. E…sbaglierò…ma quell'intelligenza, secondo me… viene da quel putiferio. Fatto sta che da quel momento per Fulvio niente sarebbe stato più come per gli altri bambini».
La sua prima battaglia, Lucia Colletta, l'ha combattuta (e vinta) 37 anni fa contro la morte. Sua, e quella del piccolo Fulvio, appena nato, e dato per spacciato, "ucciso" da un parto durato 21 ore che alla signora Lucia deve essere sembrato un'odissea. Ma il suo intuito non si è sbagliato. Fulvio, poteva, e doveva vivere. La disperazione di una madre moribonda l'ha tratto in salvo. Dalla superficialità dei medici, da un destino già deciso, da una morte in agguato, sostituita da una vita difficile, diversa, in parte mutilata, ma che, comunque, vale la pena vivere. E Lucia l'ha sempre saputo, sostituendosi, letteralmente, al figlio. Facendo da bocca, mani, piedi, nutrendo quotidianamente la sua fantasia e intelligenza, già viva e inquieta, bramosa di sapere, sperimentare.
Fulvio, oggi non è più un bambino. E' uno scenziato. «I veri handicappati siete voi – "sghignazza" Frisone dalle sue "quattro ruote", mettendo uno dopo l'altro con fatica i mozziconi di parole - perché di un mal di testa fate una tragedia». Il suo curriculum, oggi, è un'eccezionale sequenza di successi, partecipazioni a prestigiosi congressi in tutto il mondo, pubblicazioni. La tesi di laurea, nel 1989, sulle "reazioni di fusione D-D in palladio deuterato", gli ha procurato un'attenzione mondiale, dalla Russia alla Cina, da Parigi agli Stati Uniti.
Sempre con la valigia pronta, la famiglia Frisone parte al seguito di Fulvio, in trasferta per lavoro almeno tre o quattro volte all'anno. «Siamo stati lo scorso maggio in Cina per l'ICCF9, (International Conference On Cold Fusion ndr); lo scorso ottobre siamo andati in America, ad Albuquerque nel New Mexico, accompagnati da due dei cinque assistenti che si prendono cura di Fulvio e dal fisico Giuseppe Garozzo, che ha svolto funzioni di tutor aiutandolo a scrivere e ad esporre alla platea le sue relazioni» – racconta la signora Colletta.
La parola "scoraggiamento" è bandita dal vocabolario di casa Frisone. Lei, Lucia, ne sa una più del diavolo: con Fulvio e la sua malattia ha scoperto che il mondo sa essere cattivo nei confronti di chi ha bisogno. «La prima e ultima volta in cui mi sono scoraggiata è stata quando nessuno dei direttori delle scuole medie di Siracusa (la famiglia è originaria della città aretusea ndr), dove vivevamo allora, è stato disposto ad accettare l'iscrizione del mio bambino. Con una scusa mi liquidavano. Ipocriti. Razzisti». Solo grazie all'intercessione di un'amica di famiglia, Fulvio ha studiato tra i banchi con gli altri coetanei.
Poi il liceo scientifico e gli allori universitari. Il resto, l'ha raccontato più volte in tv, la signora. Maurizio Costanzo la vuole spesso nel suo salotto come emblema di coraggio, forza, esempio per tante famiglie che vivono drammi simili, tristemente dimenticate dallo Stato. L'assistenza 24 ore al giorno? Grazie alla tenacia di questa madre di ferro, Fulvio l'ha ottenuta. «Mi hanno fatto penare! Ma ce l'abbiamo fatta». E la tenacia di mamma Lucia Fulvio è anche un ammirevole "artista" che dipinge con la "testa", l'unica parte del corpo che può muovere, per mezzo di un pennarello agganciato ad un casco.
«Vuoi la signorina, tesoro? Ce l'avrai». Ecco la seconda battaglia, missione "riapertura case chiuse". «Ho mobilitato mezzo mondo. Non mi sono fermata nemmeno di fronte al rifiuto delle signorine. Con mio figlio siamo andati a donne, un protettore ci ha aiutato…Lei vede altra soluzione?».
Nessun politico alle spalle, nessun appoggio istituzionale, solo una grande attenzione dai mass media che hanno portato all'onor di cronaca il caso. Dallo scorso marzo la "mamma europea", come è stata incensata lo scorso 26 aprile a Brindisi in occasione del Convegno europeo per la pedagogia dei genitori, ha ripreso il suo tour televisivo. Ospite per tre volte di "Uno Mattina", quindi, a maggio di Paolo Limiti, e del Costanzo Show (che ha rinnovato l'invito per il prossimo inverno), Lucia Colletta, è fermamente convinta che il cordone di giornalisti che le sta intorno sarà decisiva per una modifica dell'attuale legge che fino ad ora ha messo i doppi catenacci alle case chiuse. E così sembrerebbe, sebbene nessuna camicia bianca ancora si è manifestamente esposta. Non tutti la capiscono. Non tutti condividono. Ma non tutti, e per fortuna (o per sfortuna), hanno un figlio come Fulvio. Spastico. Ma geniale.
Valentina Sciacca


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