Cristianesimo

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« Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. »   (Giovanni 14,6)

Il Cristianesimo è una religione monoteista[1] a carattere universalistico, originatasi nel I secolo dalla religione ebraica, fondata sull'insegnamento di Gesù, adorato dai credenti in quanto lo riconoscono Dio incarnato, crocifisso e risuscitato; il suo insegnamento è elaborato nella letteratura neo-testamentaria. Assieme a Ebraismo e Islam, il Cristianesimo viene classificato come religione abramitica.[2][3]

Tra le religioni maggiori è la più diffusa, con circa 2,1 miliardi di fedeli in tutto il mondo.[4]

Indice

[modifica] Dottrina

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Teologia sistematica e Principio formale e materiale della teologia.

In quanto fede religiosa il Cristianesimo ha i suoi contenuti (dottrina). Questi, secondo la tradizione, si basano sulle rivelazioni di Dio al popolo di Israele (tradizione comune anche alla religione ebraica), sulla predicazione del Vangelo con la dottrina di salvezza di Gesù di Nazaret detto Il Cristo ("Unto da Dio"). Questa tradizione è rispecchiata nella Bibbia (Antico Testamento e Nuovo Testamento), considerato un testo ispirato da Dio, e quindi un testo sacro. Importante anche l'elaborazione teologica, dei secoli successivi, presente nella letteratura cristiana e nei Padri della Chiesa, la quale utilizza, in nuove sintesi, anche alcuni termini e concetti propri della teologia greco-romana precristiana.

[modifica] Storia e origine

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Storia del Cristianesimo e origini del Cristianesimo.

Il Cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal Giudaismo le sue Sacre Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia o Cristo, forme del culto (incluso il sacerdozio), concetti di luoghi e tempi sacri, l'idea che il culto debba essere modellato secondo il modello celeste, l'uso dei Salmi nelle preghiere comuni.

Differentemente dal Giudaismo, il Cristianesimo si contraddistingue in particolar modo per una visione meno materialistica e più pauperista della vita. [5]

[modifica] Suddivisioni

Le chiese cristiane possono essere classificate in diversi modi. Una suddivisione abbastanza semplice è quella che distingue le chiese occidentali da quelle orientali.

  • Le Chiese occidentali sono quelle derivate dalla Chiesa latina, la cui autorità si estendeva originariamente da Roma sulla parte occidentale dell'Impero Romano. Oltre alla chiesa cattolica romana, di questo gruppo fanno parte tutte le chiese protestanti (termine che si riferisce al rapporto conflittuale di queste chiese con il cattolicesimo, ed in particolare con il papato) che da essa si sono staccate nel XVI secolo con il movimento della Riforma (luterani, calvinisti). Appartengono al numero delle chiese latine anche le chiese anglicane, che rappresentano una "via media" tra cattolicesimo romano e protestantesimo. Vi sono anche gruppi che hanno origini diverse come ad esempio i valdesi, i quali, tuttavia, sono attualmente inquadrabili nell'ambito delle chiese protestanti.
  • Ad oriente abbiamo invece le chiese ortodosse, emanazioni delle chiese di lingua greca nate originariamente nel territorio dell'Impero Romano d'Oriente. A differenza di quanto accadde in Occidente, per quanto la chiesa greca assumesse rilevanza particolare, essa non fu mai in grado di imporre la propria supremazia sulle chiese "sorelle", che rimasero autocefale. Allo stesso modo, anche le chiese fondate da missionari ortodossi (specialmente fra le popolazioni slave) si resero rapidamente autonome dalle rispettive chiese-madri, considerandosi allo stesso loro livello. Fra queste la più importante è indubbiamente la Chiesa ortodossa russa.
Da notare che le chiese ortodosse, da una parte, e quella cattolica dall'altra, sono tra loro scismatiche; la chiesa cattolica non considera le chiese ortodosse eretiche, a differenza di quanto avviene per esempio per le chiese protestanti, mentre la chiese ortodosse, sebbene non vi sia stata in merito alcuna esplicita proclamazione conciliare, sospettano di eresia la chiesa cattolica, soprattutto in relazione alla dottrina del Filioque[2].
  • Infine, fra le chiese orientali vanno annoverate le cosiddette chiese orientali antiche, derivate dalle dispute sul monofisismo e il nestorianesimo, teologicamente differenti dalle chiese ortodosse vere e proprie (entrambe nacquero durante le controversie cristologiche del V e VI secolo).
  • Sono sorti anche altri culti di origine cristiana, i quali o vogliono differenziarsi dai primi qui menzionati, oppure affermano di avere una linea storica separata. I più estesi fra questi sono i testimoni di Geova ed i mormoni, che, anche se ritenute derivazioni del protestantesimo anglosassone, sono fortemente caratterizzate sia dalle figure individuali dei primi fondatori del XIX secolo, sia dalle convinzioni interne che le portano a ritenersi chiese od organizzazioni completamente esclusive dal punto di vista dottrinale ed organizzativo. I mormoni hanno inoltre libri aggiuntivi forniti dal loro fondatore, dove le dottrine cristiane vengono ampliate e ridiscusse in modo completamente univoco ed originale. Sia mormoni che testimoni di Geova non sono riconosciuti come cristiani dalle altre chiese.
  • Vi sono, infine, una serie di culti cristiani ormai estinti, soprattutto legati alle numerosissime eresie (variamente represse) che interessarono tutta la cristianità nella sua storia: fra gli altri, segnaliamo il Cristianesimo ariano (che ebbe una grande importanza storica all'epoca delle invasioni barbariche) e l'eresia degli albigesi (o catari).


[modifica] Classificazione secondo i Concili ecumenici

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia del Cristianesimo.

Un'altra possibile classificazione cronologica è quella basata sui Concili ecumenici riconosciuti e sugli scismi ad essi successivi.

Il concilio ecumenico è una riunione solenne di tutti i vescovi della cristianità per definire argomenti controversi di fede o indicare orientamenti generali di morale. L'etimologia del termine risale a ecumene, la "casa dove tutti viviamo".

[modifica] Cristianesimo antico pre-niceno

Il Cristianesimo delle origini (seconda metà del I secolo) si presenta con il duplice aspetto di Giudeo-cristianesimo ed Etno-cristianesimo ( o Cristianesimo dei Gentili), come si desume dai racconti degli Atti di Luca e da alcune lettere di Paolo (come la Lettera ai Galati, le lettere ai Corinzi). Tuttavia mostra che le due anime convivono senza alcuna scissione e di avere raggiunta una formula di concordia con il Primo Concilio di Gerusalemme (Atti 15).

Successivamente oltre alla Chiesa post apostolica, che lentamente si organizzò attorno ai cinque patriarcati di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, sono presenti diversi gruppi minoritari che in seguito si sono estinti, fra cui:

[modifica] Chiese orientali antiche

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Chiese orientali antiche.

Si tratta delle antiche chiese d'oriente che non hanno accettato le definizioni dogmatiche del Concilio di Efeso o del Concilio di Calcedonia. Per questo sono dette anche chiese non calcedoniane o chiese pre-calcedoniane.

[modifica] Chiese dei Due Concili

Le Chiese dei Due Concili sono le cosiddette chiese nestoriane:

La chiesa ha due branche: un patriarca catholicos a Kotchanès (Iran), sulla frontiera turco persiana, dove vivono circa 100.000 assiro caldei; la dignità patriarcale è ereditaria da zio a nipote. Esiste anche un patriarca a Baghdad (Iraq);

  • Chiesa siriana Mar Thoma di Malabar a Muvattupula.

[modifica] Chiese dei Tre Concili

Le Chiese dei Tre Concili sono nate dal rifiuto delle conclusioni del Concilio di Calcedonia del 451. Sono anche chiamate Chiese non calcedonesi e talvolta Chiese monofisite, sebbene non tutte lo siano.

La maggior parte di queste chiese ha subito uno scisma in età moderna con la formazione di un patriarcato cattolico uniato parallelo, oggi considerato chiesa sui iuris all'interno della Chiesa cattolica.

[modifica] Chiese ortodossa e cattolica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Chiese ortodosse e Chiesa cattolica.

Le attuali chiese ortodosse e cattolica hanno in comune le definizioni dei primi 7 concili ecumenici (dal Concilio di Nicea I al Concilio di Nicea II). Dopo lo scisma d'Oriente (1054), la chiesa cattolica riconoscerà come ecumenici altri 14 concili, non riconosciuti però dall'oriente.

[modifica] Chiese della Riforma Protestante

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Protestantesimo.

Le chiese della Riforma protestante sono le chiese sorte dalla Chiesa latina nel XVI secolo in seguito alla riflessione teologica di Martin Lutero, Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli e altri, nonché dall'appoggio politico e sociale che ebbero dai principi dell'Europa centro - settentrionale. Le chiese protestanti possono venire genericamente suddivise così:

[modifica] Diffusione

Percentuale di cristiani per stato.

[modifica] Statistiche

Sotto il termine Cristianesimo sono raggruppate chiese molto diverse tra loro e, a volte, in polemica tra loro: secondo il World Christian Trends (2001) i cristiani sono complessivamente il 33 % degli abitanti del globo e sono così divisi: cattolici 17,5%; protestanti 5,6%; ortodossi delle varie chiese (russa, greca, armena) 3,6%; anglicani 1,3%; copti ed altri (battisti e pentecostali in ascesa) 5,0%.

Attualmente il Cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di fedeli[4] (1 miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 470 milioni di evangelici pentecostali nel solo 2005 (dati forniti dal CESNUR), 240 milioni di ortodossi, e 275 milioni d'altri), davanti all'Islam, tra 900 milioni ed 1,4 miliardi, e all'Induismo, tra 850 milioni e un miliardo.

Gran parte delle statistiche si fondano su sondaggi a campione nei vari stati o sui dati delle anagrafi (quando la religione professata è registrata), preferiti rispetto ai dati forniti dalle varie organizzazioni religiose che spesso si riferiscono al numero di battezzati, ignorando la posizione di coloro che, battezzati nell'infanzia (come accade presso la Chiesa cattolica di rito latino), si siano discostati dal Cristianesimo in età adulta.

Un crocifisso di pietra in Germania

È noto che in Europa occidentale ad esempio l'aderenza alla pratica religiosa delle varie chiese in età adulta è, ormai da parecchi anni, in forte calo, mentre negli Stati Uniti o al di fuori dell'Occidente esso appare in crescita, oppure, in certe aree del Terzo Mondo come il Sud America si sia avuta un'avanzata delle chiese evangeliche di tipo pentecostale a scapito del cattolicesimo tradizionale, quindi con movimenti e travasi fra le varie confessioni cristiane.

[modifica] Nell'Europa contemporanea

L'occidente europeo ha subito, a partire dalla fine del Settecento, una progressiva diminuzione degli aderenti alle chiese storiche, cioè al cattolicesimo e alle diverse confessioni protestanti. Questo processo ha avuto un'accelerazione nel XX secolo, soprattutto a partire dagli anni sessanta. Nell'Europa dell'est la scristianizzazione di stato è avvenuta prima in Russia (nell'ex Unione Sovietica) e poi, nel dopoguerra, nei paesi governati da regimi comunisti satelliti dell'URSS. Dopo il 1989 le religioni e le chiese hanno di nuovo avuto libertà di culto.

[modifica] Riti e pratiche

La devozione verso il Crocifisso è una nota distintiva di molti cristiani.

[modifica] Culto settimanale

Giustino martire, nel II secolo d.C. dà la prima descrizione completa delle pratiche rituali della prima Chiesa, la cui struttura di base è mantenuta dalla maggior parte delle chiese:

« Nel giorno detto del Sole (domenica) si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle città o in campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e ringraziamenti, secondo la sua capacità, e il popolo da il suo assenso, dicendo Amen. Poi viene la distribuzione e la partecipazione a ciò che è stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono assenti viene portata una parte dai diaconi. Coloro che possono, e vogliono, danno quanto ritengono possa servire: la colletta è depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessità, e per quelli che sono in catene e per gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno. »

[modifica] Il simbolo del pesce

Il pesce, antico simbolo cristiano

Le prime comunità cristiane per identificare la propria religione non utilizzavano la croce, all'epoca brutale e ignominioso strumento di morte, ma il pesce. "Pesce" in greco antico si dice ἰχθύς (ichthýs): le lettere di questa parola formano un acronimo, sintesi della dottrina cristiana, Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ Ὑιός Σωτήρ (Iēsoùs Christòs Theoù Yiòs Sōtèr), che significa parola per parola "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore", ovvero ""Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio"" cui spesso si accompagnava il genitivo ζωντῶν= dei viventi.

Inoltre il pesce, essendo un animale che vive sott'acqua senza annegare, simboleggiava il Cristo, che può entrare nella morte restando vivo.

[modifica] Note

  1. ^ Riferimenti sul lemma "Cristianesimo"
    • Enciclopedia Britannica del 1911 Voce sul Cristianesimo;
    • "Monotheism", The Catholic Encyclopedia, Volume X Copyright 1911 di Robert Appleton Company Online Edition Copyright 2003 di K. Knight;
    • From the Stone Age to Christianity: Monotheism and the Historical Process Seconda edizione, Albright, William F., 1957; *Radical Monotheism and Western Culture, Niebuhr, H. Richard, (1960);
    • Monotheistic Religion resources, 2006 About, Inc., Parte della The New York Times Company. Tutti i diritti riservati;
    • God Against the Gods: The History of the War Between Monotheism and Polytheism, Jonathan Kirsch, 2004; *An Introduction to Christianity, Linda Woodhead, 2004;
    • "Monotheism", The Columbia Electronic Encyclopedia, 6th ed. Copyright 2006, Columbia University Press. Tutti i diritti riservati;
    • "monotheism", The New Dictionary of Cultural Literacy Terza edizione, Hirsch, Jr., Joseph F. Kett, James Trefil, Houghton Mifflin Company, 2002;
    • New Dictionary of Theology, "Paul", David F. Wright, Sinclair B. Ferguson, J.I. Packer, pg. 496-499;
    • Meconi, David Vincent Pagan Monotheism in Late Antiquity (recensione) in Journal of Early Christian Studies - Volume 8, Numero 1, primavera 2000, pp. 111-112
  2. ^ Religion, Religions, Religious, essay by Jonathan Z. Smith, published in book: fifteen in Mark C. Taylor (a cura di) Critical Terms for Religious Studies , University of Chicago Press, 430 ISBN 978-0226791562
  3. ^ "Once More, Once More: Derrida, the Jew, the Arab" by Gil Anidjar, introduction to: Jacques Derrida, Gil Anidjar (a cura di) Acts of Religion , New York & London, Routledge, 2001. 436 ISBN 0-415-92400-6/0-415-92401-4
  4. ^ a b Vedi i dati riportati su http://www.adherents.com/
  5. ^ Poiché la visione della vita di una religione deriva dalla sua dottrina, per supportare questa affermazione occorre mettere a confronto i contenuti dottrinari di Cristianesimo e Giudaismo sui concetti antinomici "valore dei beni materiali"/"valore della povertà", Così si potrà attuare una comparazione fra le due visioni della vita sul valore spirituale di questi due atteggiamenti verso i beni materiali. Vi sono a riguardo diverse fonti bibliche che motivano l’affermazione sul prevalente aspetto materialistico del giudaismo rispetto al cristianesimo più pauperista. Per quanto riguarda il pauperismo cristiano, si veda Matteo 19, 16-24, in La sacra Bibbia, Versione della CEI - Conferenza Episcopale Italiana, 1974. I versetti riguardano il cosiddetto "racconto del giovane ricco". «Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dàllo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".» Il giovane ricco era un ebreo praticante che osservava la legge giudaica e che chiede a Gesù «che mi manca ancora?» per avere la vita eterna. Stando al testo di Matteo cap. 19, il passo verso la perfezione della vita cristiana è dare tutto ai poveri e seguire Gesù. Venendo ora al concetto che riguarda l’aspetto che rende il giudaismo più incline a valorizzare i beni materiali rispetto al cristianesimo, si osserva che alla fine il tema rinvia in buona parte al concetto di retribuzione terrena (individuale e collettiva) che è tipico della religione giudaica. Sulla base del fatto che l’uomo è responsabile delle proprie azioni, egli ottiene doni dal Signore (individualmente e come popolo). Anzi, la mancanza o la perdita di beni terreni agli occhi dei maestri della legge era segno della colpa personale e della non benevolenza di Dio. Gli elementi scritturistici dell’Antico Testamento che testimoniano questo concetto sono numerosissimi, qui se ne riportano solo due. 1.Il libro di Giobbe che nel suo complesso dice altro, ma al cap. 1, versetto 2 elenca quali erano i beni in possesso di Giobbe che attestano che era un giusto. Sono quei beni che gli verranno prima tolti per metterlo alla prova, ma alla fine ridati, per mostrare la benevolenza di Dio a chi gli rimane fedele anche nella sofferenza. 2.Il primo libro dei Re, cap. 10, 14-29. che fa vedere come era intesa la ricchezza in buona parte nell’Antico Testamento, parlando del regno del re Salomone: argento e oggetti d`oro, vesti, armi, aromi, cavalli, muli, scudi d’oro battuto, trono d’avorio rivestito d’oro, intere flotte di navi che portavano tesori, carri, ecc. In questi passi la ricchezza, i beni terreni, sono visti come segni della presenza e della fedeltà dell'uomo nella sua alleanza con Dio. Ricchezza materiale e saggezza in Salomone sono messi alla pari: ognuno che l'andava a trovare incrementava la ricchezza di Salomone portandogli doni. Non si trova qui nessun riferimento che ponga la ricchezza in cattiva luce agli occhi di Dio. In questo senso il giudaismo può essere chiamato religione con aspetti più marcatamente materialistici rispetto al cristianesimo per il quale, al contrario, è più appropriato parlare di maggiormente rilevanti aspetti pauperistici. Se si vuole tuttavia trovare nell’Antico Testamento, un atteggiamento che relativizza le ricchezze materiali, ma nel quale non pare emergere una netta condanna o il riconoscimento della ricchezza come ostacolo alla salvezza eterna, occorre andare nei libri sapienziali (Salmi, Proverbi, Ezechiele, ecc.) In Ez. 28, 1-9 Dio condanna l’arricchito che a causa di questa ricchezza si è uguagliato a Lui. La condanna qui non è della ricchezza, ma dell’orgoglio di chi si è creduto Dio. Nel libro dei Proverbi (Pr. 11, 4) viene dichiarata l’inutilità finale della ricchezza nel giorno del giudizio (giorno della collera), a favore della giustizia. Non si trova un giudizio negativo della ricchezza (inutilità qui pare inteso come termine neutro). In Qoelet 5, 12-19 si chiama “fatica inutile” l’accumulo delle ricchezze, perché si possono perdere da un momento all’altro, ma poi ai versetti 17-18 si afferma «Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dá: è questa la sua sorte. Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio.» Pure qui non c’è traccia di condanna della ricchezza, intesa come ostacolo alla salvezza, anzi è dono di Dio “godere delle ricchezze”. Sempre su questo tema si veda il saggio [1] di R. Ciminello (Pontificia Università Gregoriana di Roma) dove si legge al punto 1.4 «L’ebraismo non dà alcun valore spirituale alla povertà e non la considera un modo per raggiungere la salvezza. Non è privo di significato ricordare, a questo proposito, che i padri fondatori dell’ebraismo erano tutti ricchi e che le ricompense divine che scendevano sull’uomo che obbediva ai comandamenti di Dio erano tutte di tipo materiale.»

[modifica] Bibliografia

  • Andres Parra, I concili ecumenici, Rossiglione, Genova
  • Eric R.Dodds, Pagani e cristiani in un'epoca d'angoscia, Firenze, La Nuova Italia, 1970 (trad. dall'inglese di Giuliana Lanata)
  • Hans Küng, Cristianesimo: essenza e storia, Rizzoli, 1997
  • Giorgio Girardet, Cristiani perché, Claudiana, 1995.
  • Giorgio Girardet, Protestanti perché, Claudiana, 1996.
  • Luigi Giussani, All'origine della pretesa cristiana - Volume secondo del PerCorso, Bur, 2004.
  • Luigi Giussani, Perché la Chiesa - Volume terzo del PerCorso, Bur, aprile 2005.
  • Salvatore Caponnetto, La Riforma Protestante nell'Italia del Cinquecento, Claudiana 1992.
  • G. Filoramo e D. Menozzi (a cura di), Storia del cristianesimo, ed. Laterza (4 volumi: L'antichità, Il medioevo, L'età moderna, L'età contemporanea).
  • Ernesto Bonaiuti, Storia del cristianesimo, Introduzione di G.B. Guerri, Newton Compton, Roma 2003.

[modifica] Voci correlate

Concetti fondamentali del Cristianesimo:

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